Sei certa che gli ostacoli che credi di dover affrontare siano reali?
Non sto scherzando, te lo chiedo sul serio.
Perché dopo anni di lavoro su me stessa e con gli altri per smontare le convinzioni limitanti, posso dire che anche le situazioni e le circostanze che apparentemente sembrerebbero più “irremovibili”, “invariabili” (ovvero al di fuori del nostro potere di azione e che apparentemente ci mettono i bastoni tra le ruote) in realtà non sono così penalizzanti come sembrano.
Partendo inoltre dal presupposto che “non esistono errori, ma solo feedback” è possibile trasformare le proprie esperienze di vita, per quanto percepite come ostacoli o fallimenti, in opportunità, suggerimenti per tracciare ancor meglio la propria rotta.
In questo articolo dunque ti racconterò, tramite casi pratici di alcune delle mie clienti, come cambiare prospettiva di fronte ai tuoi errori ed imparare a gestire gli ostacoli quotidiani che intralciano il cammino verso la tua piena realizzazione e serenità, uscendone finalmente vincente e più sicura di te.
SOMMARIO
- Da ostacoli a presunti ostacoli
- Il time management come strumento per superare i presunti ostacoli
- Trasformare gli errori o gli ostacoli in opportunità? Questione di punti di vista
- Dare una nuova prospettiva ai fallimenti
- Come sciogliere gli ostacoli esterni che ti bloccano e ottenere potere su ciò che accade
Da ostacoli a presunti ostacoli
Qualche mese fa stavo lavorando con S. sulla sua realizzazione personale durante il percorso 3MesiXSvoltare e siamo inciampate più volte nella parola “ostacolo”.
Gli ostacoli rappresentano qualcosa che blocca la nostra strada e che nasconde l’orizzonte che ci eravamo immaginate.
Come sostiene l’esperto di intelligenza linguistica Paolo Borzachiello: “la felicità è costituita anche e soprattutto dalle parole che usi per descrivere la tua vita e dal significato che a esse attribuisci”.
Il fatto che tu li definisca ostacoli te li fa visualizzare come fossero una montagna da scalare, dei macigni che si frappongono tra quello che stai facendo in questo momento e l’obiettivo che desideri raggiungere.
Comincia dunque a chiamarli anche solo “presunti ostacoli”, immagina che esiste la possibilità di guardarli in maniera differente: non solo come dei muri invalicabili ma come un momento per fermarti a riflettere, a cercare una soluzione per evolvere.
Per S. il presunto ostacolo era esterno a sé: sentiva quindi di non avere alcuna possibilità di azione su di esso. Il suo desiderio più forte era quello di assecondare le sue passioni personali ma, a causa degli impegni lavorativi, avrebbe potuto dedicarvisi solo durante il suo poco tempo libero, privandolo alla propria famiglia.
In realtà il presunto ostacolo veniva più da un suo retaggio culturale, da un pregiudizio di pensare la propria passione come eticamente in conflitto con il proprio ruolo professionale.
Come ripeto sempre alle mie clienti e alle persone che mi seguono, dobbiamo essere consapevoli che noi abbiamo un importantissimo potere di azione sulla nostra vita, sulla nostra quotidianità e sicuramente siamo responsabili di ciò che facciamo per cambiare, migliorare e, infine sentirci più felici e realizzate.
Sicuramente esistono delle situazioni che non possono stare sotto il nostro controllo, sulle quali non abbiamo ampio potere di azione ma abbiamo la grande fortuna di decidere come approcciarci ad esse.
Il primo passo con S. è stato quindi quello di lavorare su come si raccontava la sua storia di possibilità e limiti, affrontando i temi del suo percorso in maniera trasversale.
Che cosa è successo durante il lavoro insieme?
Tra una sessione e l’altra S. si è accorta di voler andare a fondo, per smontare le sue sovrastrutture e cominciare a mettere in dubbio il suo punto di vista. Dedicarsi alle sue passioni era realmente in conflitto con il codice etico della sua professione? Esistevano veramente dei muri invalicabili completamente indipendenti da lei?
La sua convinzione che il suo ruolo professionale fosse eccessivamente normato, bloccato nelle sue regole l’aveva portata a sostenere l’impossibilità di realizzare parte del proprio sogno.
Con grande piacere ha poi scoperto che non era assolutamente così!
S. si era costruita da sola il suo ostacolo: le sue paure e l’insieme di dicerie riportate da* collegh* le avevano fatto erigere un muro dove un muro non c’era.
Grazie alla sua spinta ad informarsi, ad andare oltre la prima difficoltà, al voler andare a fondo senza fidarsi solo del sentito dire ha capito che quel blocco era dunque presunto, non c’era un ostacolo reale.
Questa prima presa di consapevolezza le ha fornito la spinta per innescare una serie di conseguenze positive che hanno accelerato il suo percorso di evoluzione verso una vita pienamente vissuta a 360°.
Questo è uno degli esempi che incontro ogni giorno nel mio lavoro, che è anche aiutare le donne a trasformare gli ostacoli – o quelle situazioni percepite come tali – in opportunità.
Il time management come strumento per superare i presunti ostacoli
Durante una sessione del mio programma 3MesiXSvoltare con un’altra cliente, per lavorare sul suo presunto ostacolo è stato invece necessario analizzare la sua capacità di organizzazione del tempo quotidiano.
A. lavora come libera professionista: nell’arco della sua settimana si dedica ad attività di progettazione per le quali deve essere assolutamente attiva e focalizzata in quel dato momento per poter mettere in gioco tutte le sue competenze tecniche e professionali ma anche le sue energie creative e la sua capacità di pensare al di fuori degli schemi per realizzare dei progetti veramente fantastici ed in linea con le esigenze dei suoi clienti.
A. spesso arrivava a questi momenti di progettazione molto frustrata perché le continue telefonate e mail ricevute non le permettevano di concentrarsi come avrebbe voluto. Era consapevole che queste fossero delle distrazioni ma per A. non potevano essere rimandate perché le considerava emergenze e urgenze da risolvere subito. Affrontare questi imprevisti la faceva deconcentrare dall’attività di progettazione nella quale era impegnata e le faceva perdere molto tempo con la conseguenza di non rientrare nei tempi che si era prestabilita.
La frustrazione era data appunto dal non essere in linea con la tabella di marcia e dal fatto di non avere il controllo e la gestione del proprio lavoro. Ricorda inoltre che frustrazione genera ansia e questa incide sulla tua autostima minando anche altre certezze che solitamente non metteresti in discussione. La visione generale dei progetti a lungo termine diventava per A. sempre più offuscata e meno chiara, si sentiva in balia totale di quello che le accadeva intorno.
Su cosa abbiamo lavorato quindi?
Abbiamo iniziato analizzando i presunti ostacoli: per lei, in quel momento, erano costituiti dalle telefonate che arrivavano dai clienti in cantiere e dalle mail impreviste.
Da qui abbiamo sondato tutti gli ostacoli che lei definiva insormontabili ma che durante tutta la sua esperienza professionale era stata invece capace di controllare e gestire.
In quali momenti si era sentita capace di mettere un blocco a questo tipo di interferenze? Quando sentiva di aver avuto il potere di rimuovere questo tipo di ostacoli?
A questo punto dentro A. è avvenuto un vero e proprio switch!
Ha pensato alle situazioni in cui si è sentita padrona delle sue azioni: ad esempio durante le riunioni con i clienti e i colloqui in cantiere, quando si deve fermare e nessuna interferenza ha modo di raggiungerla perché in quei momenti lei decide di essere presente solo su quello che sta facendo. In quelle situazioni è totalmente focalizzata sul qui ed ora.
In questo modo le è apparso chiaro il comportamento che in realtà era già nelle sue abitudini e nella sua quotidianità ma semplicemente non era ancora stata in grado di applicarlo ad altri momenti della sua attività lavorativa. Semplicemente avrebbe dovuto replicare questa esperienza anche nei momenti lavorativi individuali, ad esempio durante la fase di progettazione.
Anche in questo secondo caso ti ho dimostrato come, a volte, percepiamo gli ostacoli come elementi esterni, insormontabili mentre, con un semplice switch mentale che è a noi famigliare, perchè recuperato proprio dalla nostra personale esperienza in altri contesti simili, capiamo più facilmente che gli ostacoli non sono da considerare tali.
3MesiXSvoltare
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Trasformare gli errori o gli ostacoli in opportunità? Questione di punti di vista
Allo stesso modo degli ostacoli, anche le azioni assumono la sfumatura che tu dai loro: è il senso che dai alle tue azioni a trasformarle in errori o in opportunità.
Ci hai mai pensato?
Eppure è proprio così!
In questa prospettiva sta un’immensa differenza tra il vivere con angoscia uno stato di colpa continua ed il goderti la serenità che è propria di ogni azione (a prescindere dal giusto o dallo sbagliato) che ti ha portata al cambiamento che oggi tanto desideri.
Cambiando prospettiva puoi infatti passare dal senso di angoscia al senso di efficacia.
Se come C. stai frequentando 3MesiXSvoltare stai sperimentando sulla tua pelle quanto questo tipo di mindset sia utile e potente; se invece non ci siamo ancora incontrate, grazie a questo articolo puoi avere qualche spunto utile per cominciare a praticare una nuova modalità per vivere le tue emozioni bloccanti, e fare in modo che non siano più tali.
Ti racconto questo proprio sulla scia dell’entusiasmo di una sessione che ho appena concluso con una mia cliente alla quale, ovviamente, dedico queste parole con tutto il mio cuore, con tutta la mia energia e la mia carica positiva. Il passaggio che voglio far fare anche a te è proprio lo stesso che ho fatto con lei poco fa, quello che riguarda il modo in cui tu approcci ai tuoi errori e quindi, di conseguenza, al senso di colpa.
Come ti poni di fronte ai presunti errori che hai commesso?…Continui a ripensarci ed accusarti, vero?
Questa è una cosa che so che ti crea molto dolore; lo so perché tante persone con le quali lavoro spesso si trovano di fronte a dei blocchi di questo tipo.
Passano la vita a colpevolizzarsi per errori commessi, per scelte sbagliate, per aver causato sofferenza a qualcuno oppure scombinato in qualche modo degli equilibri importanti.
Tutti questi pensieri hanno poi delle ripercussioni anche sul piano dello stato emotivo e dell’umore generando una negatività che diventa una vera e propria zavorra che ti impedisce di restare lucida e di percepire le cose con il giusto distacco.
Ritrova quindi la lucidità per trasformare queste situazioni in un’esperienza utile per te e smettila di percepirle come qualcosa per cui continuare a rimproverarti.
Questo ti permetterà di stare immediatamente meglio: prima di tutto influirà sul tuo umore e ben presto ti sarà più chiaro che questi passaggi sono molto utili, anzi addirittura necessari, per portarti in modo più spedito verso la realizzazione che tanto desideri.
Il mio consiglio pratico di oggi è proprio quello di spostare il tuo punto di vista: non appena senti che stai cominciando a colpevolizzarti, fermati!
Fai un passo indietro oppure gira attorno alla questione in modo da cambiare fisicamente il punto di osservazione della situazione.
Prima di tutto fatti domande diverse da quelle che ti poni solitamente:
1- se questo comportamento anziché essere un grosso errore fosse invece un’opportunità? Se, anzi, fosse l’opportunità che mi ha permesso di capire che cosa veramente non funziona? Se mi stesse suggerendo di iniziare ad agire diversamente, di mettere in atto atteggiamenti diversi che mi faranno cominciare a camminare sulla strada giusta per me?
2- se credi di aver ferito una persona focalizzati su quanto quella persona ed il tuo comportamento nei suoi confronti abbia rivestito quel ruolo importante, specifico e fondamentale che ti ha permesso di arrivare ad un nuovo livello di consapevolezza.
Non pensare che queste domande siano una sorta di “alleggerimento della pena”; non è questione di darsi degli sconti, di darsi una pacca sulla spalla o di dirsi brave quando abbiamo sbagliato, ma semplicemente di approcciare in maniera diversa al nostro modo di considerare le nostre esperienze di vita partendo da un presupposto di neutralità e di sospensione del giudizio.
Noi siamo infatti responsabili di ciò che viviamo, condividiamo e facciamo con le altre persone ma è vero anche che ciascuna persona ha una sua propria identità e una sua propria responsabilità nel partecipare con noi a certi momenti della nostra vita.
Quindi hai il diritto di sentirti più leggera: queste responsabilità non sono tutte sulle tue spalle ma sono sempre e comunque condivise tra te e le persone che con te vivono e si relazionano.
Concediti l’opportunità di guardare e vivere questo tuo momento di senso di colpa, di negatività e di condanna per i tuoi errori in maniera radicalmente diversa.
Dare una nuova prospettiva ai fallimenti
Anche tu, come me, vieni sicuramente da una cultura in cui l’errore si incasella perfettamente nella seguente equazione:
ERRORI = MANCANZE = VUOTI DA COLMARE = OCCASIONI PERSE
A scuola ci hanno insegnato a portare il focus sugli errori: riga rossa, meno x punti sul risultato finale della prova.
Al lavoro ci spingono a migliorare sulle nostre “aree deboli”, colmando i nostri gap, migliorando le performance dove sono carenti.
I figli ci segnalano quando non siamo presenti ad una recita o al colloquio con i genitori, per poi ignorarci tutto il pomeriggio quando riusciamo a stare a casa insieme a loro.
Il nostro compagno ci incalza che abbiamo dimenticato di lavare la sua tuta per la partita di calcetto.
E se l’equazione fosse invece diversa?
Hai mai pensato di vederla così:
ERRORI = POSSIBILITA’ = VUOTI CREATIVI E GENERATIVI = SPAZIO PER NUOVE OCCASIONI
Come ti fa sentire questa prospettiva se applicata alle tue esperienze quotidiane?
Il video di ispirazione che segue prende nuovamente spunto da 2 casi di vita reale. Ti racconterò infatti:
- come fallire il concorso di dottorato in Storia e Critica dell’Arte mi ha portata più velocemente ad essere la professionista che sono oggi.
- Come il crollo fisico di Arianna le è stato utile per ridefinire gli step del suo progetto verso la libera professione.
Questi esempi ti aiuteranno a capire in che modo, anche tu, puoi utilizzare gli ostacoli sul tuo percorso come occasioni per raddrizzare meglio la rotta ed arrivare più spedita alla donna e professionista che vuoi essere.
Come sciogliere gli ostacoli esterni che ti bloccano e ottenere potere su ciò che ti accade
Desidero concludere questa panoramica sull’approccio agli errori con un ultimo suggerimento pratico. Quando incontri ciò che apparentemente può sembrarti un problema o una criticità puoi intervenire così:
- fermati un secondo,
- rivolgiti le domande giuste.
È un ostacolo reale?
In passato in quali altri modi ho affrontato una situazione simile?
Come mi sono comportata in quel caso?
Come quindi l’ho superato, gestito, eliminato o addirittura semplicemente non considerato?
Ricorda che nelle situazioni passate sei riuscita ad andare oltre, agendo nella direzione che desideravi e sentendoti poi, di conseguenza, più soddisfatta, più felice e capace di gestire, controllare e, in alcuni casi, addirittura eliminare questi potenziali ostacoli dalla tua vita.
Nel video di seguito troverai ulteriori spunti che ti aiuteranno a lavorare sul tuo mindset per trasformare ostacoli e fallimenti in opportunità.
Ti spiegherò infatti qual è la prospettiva mentale utile per approcciare al meglio questo “problema” ed una tecnica pratica per ridimensionare gli ostacoli indipendenti da te e riportarli sotto il tuo controllo.
Purtroppo quando stai vivendo un momento di disagio o di difficoltà nella tua vita ti sembra di essere avvolta da ombre spaventose che ti tolgono energia e ti impediscono di brillare come vorresti. Ma ricorda che le tue ombre, per quanto avvolgenti e penetranti possano sembrare, sono più piccole di te.
Inoltre, ciò che più conta, è che le tue ombre dipendono da te, non sono qualcosa di autonomo, ma qualcosa che ti sta dietro, o davanti o di lato ma comunque sono sempre appiccicate a te e dipendono dalla tua posizione rispetto alla luce.
A differenza delle ombre che sono piatte e bidimensionali, noi siamo multidimensionali e indipendenti.
Ed il nostro brillare è enfatizzato dalle zone d’ombra, che ci fanno guadagnare spessore e tridimensionalità.
Possiamo giocare con le nostre ombre interiori nello stesso modo in cui giochiamo con la nostra ombra sul pavimento, spostandoci rispetto alla fonte di luce.
In questo gioco riscopriamo il nostro potere di far cambiare forma a queste ombre, di renderle più grandi ma anche più piccole, se vogliamo, fino a farle sparire.
E tu, in che modo puoi far sparire le tue, ora?
STORIA DI ISPIRAZIONE:
C’era una volta un Re curioso e benestante. Spinto dalla sua curiosità, mise un grosso masso in mezzo ad una strada, poi si nascose lì vicino per vedere se qualcuno avrebbe provato a rimuovere la roccia d’intralcio. Le prime persone che passarono di lì erano tra le più ricche di tutta la corte del re e dei mercanti. Piuttosto che spostarlo, molti semplicemente ci passarono di lato, alcuni si lamentarono a voce alta del re perché non manteneva in ordine le strade. Non uno di tutti loro provò a muovere il masso. Finalmente, sopraggiunse un altro passante, le sue braccia erano cariche di verdure: era un contadino. Quando fu in prossimità del masso, mise a terra il suo carico e cercò di muovere la roccia fino a lato della strada. Ci volle un notevole sforzo ma alla fine ce la fece. Il contadino raccolse il suo carico, pronto a riprendere il cammino, quando vide una borsa appoggiata sulla strada dove prima c’era il masso. Aprì la borsa: era piena di monete d’oro e conteneva anche una nota del re: questo oro è la ricompensa per aver mosso il masso dalla strada.
È il momento di darti il permesso di desiderare di più, e di riuscire ad ottenerlo!
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