Lasciare il lavoro da dipendente per diventare freelance: è la scelta giusta per te?

Fa per me la libera professione? O forse sono più adatta a un “lavoro dipendente”?

Questi sono solo alcuni dei dubbi che spesso attanagliano le donne con cui lavoro.

Donne che ricercano una soddisfazione  professionale che possa consentire, d’altra parte, anche un maggiore equilibrio con la propria vita al di fuori del lavoro. 
Quella di mettersi in proprio è una decisione importante, e la difficoltà che in genere va ad annebbiare il ragionamento sul passaggio dal lavoro dipendente alla libera professione è la PAURA DI NON POTER RIUSCIRE A GUADAGNARE A SUFFICIENZA nel momento in cui si scelga per l’autonomia professionale.

Ma la questione economica, che in genere viene affrontata per prima, NON È la chiave di volta di un ragionamento corretto ed efficace, capace di portarti REALMENTE alla SCELTA PROFESSIONALE PIU’ CORRETTA PER TE.

L’ articolo che stai per leggere vuole darti qualche spunto per entrare in questo ragionamento, valutare pro e contro e comprendere se, davvero, la libera professione fa per te. 


SOMMARIO


Lavoro dipendente e libera professione, vantaggi e svantaggi 

Il “POSTO FISSO” non fa per tutte (e neanche la LIBERA PROFESSIONE)

Quante volte, annoiata dalla routine del tuo lavoro dipendente ti sei fermata a fantasticare sul fatto di mollare tutto e metterti in proprio?

D’altra parte, puoi stare certa del fatto che ci sono molte altre donne, libere professioniste o imprenditrici, che si ritrovano a fantasticare di passare a un impiego più tranquillo, dove “alleggerirsi” un po’ rispetto alle responsabilità e agli impegni, dove uno stipendio sia “assicurato” (per quello che di “sicuro” possa esserci oggi) una volta al mese; forse più esiguo, ma che permetta di non doversi procacciare costantemente nuovo lavoro. 

Con questo voglio dire che quando ci si trova in un momento di stallo e si percepisce un’insoddisfazione nella propria vita professionale, è necessario capire se la scelta a cui stiamo pensando fa davvero al caso nostro. 

Per esempio, ci sono donne che svolgono lavori da dipendente molto “soddisfacenti” secondo quelli che sono i canoni sociali più diffusi: uno stipendio adeguato, uno spazio di manovra che permetta di sentirsi gratificate, tranquillità e possibilità di guardare al futuro. 

Eppure, dentro loro stesse, continuano a sentire che qualcosa non va: è un desiderio sempre più forte di libertà e indipendenza, che nessun lavoro da dipendente può offrire loro, e che non può che crescere se non ascoltato. È quello che è successo a me, quando ho capito che il mio lavoro da dipendente, per quanto comodo,  remunerativo e, nella sua dimensione, soddisfacente, non poteva fare più per me. 

Per capire se lasciare il lavoro da dipendente e metterti in proprio è la strada giusta per te, gli ambiti da esplorare sono 3:

  • i tuoi valori come persona
  • le tue attitudini personali
  • le azioni pratiche 

All’interno di quest’ultimo punto rientrano tutte le azioni che ti senti, o non ti senti, di poter fare oggi e quelle che intravedi nell’ottica di uno sviluppo futuro. 

Per fare queste valutazioni, come comprenderai bene, occorre tempo. È normale avere dubbi e chiedersi, prima di fare una scelta, “…e se poi non fa per me?”

Già, perché queste scelte NON sono intercambiabili.

Ciascuna rimanda

  • ad un preciso MINDSET
  • ad un particolare APPROCCIO ALLA VITA
  • ad un SISTEMA DI VALORI
  • ad un modo diverso di pensare a te in RELAZIONE agli altri, alla vita, al futuro.

Nel video che trovi qui sotto parlo proprio di questo e mi rivolgo sia alle donne che sognano di compiere il passaggio da lavoro dipendente a libera professione, sia a quelle che stanno pensando che la professione autonoma, forse, non fa più per loro. 

Libera professione e realizzazione personale

La libera professione mi farà sentire realizzata?!

Ti assicuro che mi sento rivolgere questa domanda sempre più spesso! 

È un fatto che il mondo si muova verso una dimensione in cui la ricerca di un equilibrio tra aspettative professionali e vita personale è preponderante. Il riferimento alla YOLO generation nasce spontaneo, con il desiderio sempre più forte di trovare, appunto, una dimensione nuova in cui sentirsi più appagati. Al costo di lasciare persino una situazione percepita come “sicura”, la classica comfort zone

Tutti questi interrogativi, infatti, nascondono una grande tendenza, ovvero quella di lasciare il lavoro da dipendente e diventare freelance per dedicarsi a una professione in linea con le proprie capacità e competenze, in grado di garantire un maggior worklifebalance.

Del resto, lavorando con tante persone che giungono da me con questa domanda, mi accorgo quanto questa nasconda un’aspettativa un po’ troppo parziale e semplicistica.

Per capire se metterti in proprio è la strada giusta per la tua realizzazione, sicuramente devi fare un’indagine più approfondita della tua situazione. 

Quello che noto spesso, nelle donne che si rivolgono a me, è che la loro personale lettura della situazione non corrisponde totalmente alla realtà, in questi casi il mio supporto diventa fondamentale proprio perché aiuta ad analizzare la questione cambiando la narrazione. Cambiare il racconto, in automatico, permette di vedere i risultati in un’altra prospettiva. 

È poi necessario esplorare, proprio come se fosse un viaggio, cosa significa la parola “realizzazione” per te. Puoi creare un vero e proprio modello di realizzazione personale, un piano d’azione che abbia senso per te, che ti aiuti a raggiungere quella che avrai definito come tua personale soluzione al dilemma. 

Il passaggio da lavoro dipendente a libera professionista senza perdere la serenità

Se hai deciso che realizzazione personale per te significa, a tutti gli effetti, metterti in proprio, da qui puoi partire per un altro, importante viaggio. 

Sto parlando del passaggio vero e proprio che ti porterà dal lavoro dipendente alla libera professione.

Perché questo avvenga senza stress, senza metterti eccessivamente sotto pressione, andando poi a incidere sulle performance del nuovo lavoro che richiederà senz’altro, almeno nella fase iniziale, tutta la tua concentrazione, è essenziale avere una strategia. 

Ne ho pensata una per te in 3 step fondamentali che ti aiuteranno a capire come – in questo delicato momento di passaggio – puoi goderti l’ebbrezza del cambiamento senza rinunciare alla giusta dose di serenità.

  • Step1: lavora sul tuo sviluppo personale
  • Step2: verifica e gestisci con attenzione la situazione economica
  • Step3: individua le tue leve motivazionali e mettiti in azione

Guarda il video-training per i dettagli di ogni step. 

3MesiXSvoltare

Ha già aiutato decine di donne a realizzare le proprie ambizioni. Se vuoi scoprire come, clicca il pulsante per saperne di più!

Aprire la partita IVA lavorando come fossi una dipendente: la contraddizione in cui non devi cadere

Ci sono poi molte donne che, solo dopo aver  aperto la partita IVA ed essersi messe in proprio, comprendono quanto sia fuorviante  pensare di poter gestire l’attività autonoma con la mentalità da lavoro dipendente.

Quando si decide di mettersi in proprio è necessario lavorare sul proprio mindset, perché le modalità di lavoro, rispetto a un posto da dipendente, cambieranno radicalmente. E, se non fai i conti preventivamente con questo aspetto personale, nell’arco di pochissimo tempo ti troverai a dover gestire tutta una serie di difficoltà, di carattere pratico ed emotivo.

La parola chiave, in questo processo, è SVILUPPO PERSONALE

Proprio ciò che è accaduto a Marta, che è passata da “Sono bloccata di fronte al passo di mettermi in proprio” a “Mi stanno arrivando talmente tante richieste che devo capire come organizzarmi per gestirle!”

Questo è il modo in cui sono cambiati i pensieri di Marta dopo circa un anno e mezzo dalla fine del nostro Percorso insieme. 

Comprendi bene che le sue priorità ed i suoi “problemi” si sono spostati totalmente su un altro livello, vero?!

Da quello del COME SUPERARE UN BLOCCO ed immaginare la propria sopravvivenza economica a quello di COME COSTRUIRE o PERFEZIONARE uno SVILUPPO professionale in modo strategico.

Entusiasmante, no?!

Eppure anche la storia di Marta è iniziata come quella di tante altre “professioniste a metà”, ovvero che lo sono di forma senza esserlo in sostanza e soprattutto senza sentirsi capaci di agire pienamente quel ruolo.

È una sensazione che comprendo bene perché per qualche anno della mia vita è stata anche la mia: quando a 24 anni ho iniziato a lavorare come formatrice, la soluzione della libera professione era quella più immediata per potermi proporre come collaboratrice presso gli enti di formazione.

Del resto ero giovane, non avevo creato un business plan né esattamente definito i miei obiettivi professionali o la rotta da seguire. 

E soprattutto, per quanto fossi assolutamente proattiva e metodica, non sentivo di essere io a dirigere il timone della mia nave professionale.

Quando, diversi anni più tardi, sono ritornata da un lavoro a tempo indeterminato alla libera professione l’ho fatto invece consapevolmente: con le idee chiare su chi fossi, che cosa volessi ottenere, come avrei potuto farlo ecc.

E continuando a rinforzarmi e formarmi sulla costruzione del mio personal brand, di relazioni efficaci e sullo sviluppo delle mie strategie di vita e lavoro.

Nella video-intervista di seguito puoi comprendere come ho accompagnato Marta a SVOLTARE.

Di seguito ti riepilogo invece ciò che ha messo in atto Marta per continuare a crescere con la propria attività nell’arco di questo anno e mezzo:

  • Ha applicato le strategie di pianificazione dei propri OBIETTIVI di medio e breve periodo secondo il sistema collaudato insieme
  • Ha continuato a sperimentare la nuova modalità di COMUNICARE definita durante il Percorso rendendola sempre più fluida ad ogni nuovo cliente o avvio di collaborazione 
  • Ha cominciato ad applicare i metodi di sblocco che abbiamo applicato sulla sua situazione emotiva di partenza ad altri aspetti della sua vita anche personale, in modo da tenere i vari ambiti in equilibrio.

Cosa fare se hai ancora dei dubbi sul lasciare il lavoro per diventare freelance 

Forse non sei ancora così convinta di voler fare quel salto. 

E dentro di te senti una timidissima vocina che ti dice che forse potresti anche farcela se solo riuscissi a prendere il CORAGGIO A DUE MANI e a gettarlo OLTRE LA PAURA!

“Se sono certa che invece andrà male, mi consigli di buttarmi lo stesso?” Questa domanda mi è arrivata qualche tempo fa tramite un post che avevo condiviso su Linkedin, e OVVIAMENTE  la risposta è NO!

Buttarsi a capofitto in un fallimento che si sente certo è la garanzia per ottenerlo! 

In questo sì, avrai successo, ma è una magra consolazione.

Però le considerazioni da fare non sono così banali.

Se ti viene questo DUBBIO merita di essere esplorato e SCIOLTO.

In questi casi è importante riuscire a capire in quali momenti è la paura a parlare, e in quali aspetti, invece, ci sono campanelli d’allarme importanti da ascoltare. 

Ecco quindi nel video qui sotto cosa fare e cosa non fare quando sei in procinto di lanciarti in una professione autonoma, quali domande sono quelle strategiche per ottenere le risposte che ti servono ad agire sentendoti sicura delle tue valutazioni e determinata (seppure con un po’ di brivido) rispetto ai risultati che potrai ottenere.

La libera professione da soluzione alternativa a opportunità di realizzazione 

A volte capita che la libera professione inizi come un ripiego, come una soluzione alternativa ad un licenziamento improvviso, o un espediente per gestire una maternità,… Poi questa opportunità si trasforma in una svolta di vita soddisfacente e importante

Perché in fin dei conti è ciò che tu decidi di fare di queste situazioni a fare la differenza: se coglierle come opportunità o come battute d’arresto e come lavori su di te quando ti trovi ad affrontarle.

Ne è testimone Gloria (56 anni), che, dopo aver perso il lavoro, si è realizzata  con una nuova vita, diventando sicura di sé  come professionista e come donna,, raggiungendo e superando gli obiettivi economici che si era data e mantenendo  – a un anno di distanza  – i benefici ottenuti con il Percorso in cui ho accompagnata.

Qui puoi vedere l’intervista a Gloria e più sotto puoi candidarti per svoltare esattamente come ha fatto lei.
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