La formazione continua dovrebbe essere una prassi consolidata che ogni professionista con la P maiuscola s’impegna a mantenere per conservare e far evolvere nel tempo competenze e abilità, anche quelle trasversali.
Eppure c’è chi, dopo una formazione iniziale alla professione, si ferma per anni oppure ritiene di doversi aggiornare solo tecnicamente, ripetendo schemi e modalità di lavoro identici a se stessi, per finire poi per chiedersi i motivi di un eventuale stallo professionale.
L’articolo di oggi vuole mettere in luce la consapevolezza che molt* titolari di aziende e liberi professionist* hanno già sviluppato, ovvero l’importanza di continuare a formarsi anche sulle competenze trasversali, le famose soft skills di cui tanto si parla.
Vediamo, allora, di scoprire nel dettaglio di cosa si tratta e come è possibile migliorarsi e migliorare il proprio percorso lavorativo e quello dei propri collaboratori imparando ad allenarle!
SOMMARIO
- Cosa significa per un professionista o titolare di azienda non formarsi sulle competenze trasversali?
- Soft skills: cosa sono le competenze trasversali e come possono migliorare la formazione di aziende e professionisti
- Percorsi di formazione sulle competenze trasversali: come funzionano?
Cosa significa per un professionista o titolare di azienda non formarsi sulle competenze trasversali?
Ho molti esempi accanto di collegh* che, come me, sono appassionati di formazione e amano investire il proprio denaro in corsi di sviluppo professionale o personale, migliorando le proprie soft skills in un meraviglioso processo di evoluzione continua.
Anche numerosi titolari di azienda che mi hanno contattata in questi anni per costruire insieme percorsi di coaching per i loro team o per le figure strategiche della loro organizzazione, hanno dimostrato di comprendere l’importanza di investire sulle competenze trasversali dei propri collaboratori. I segnali ci sono, insomma, ma la consapevolezza è ancora lungi dall’essere consolidata tra le PMI, i professionisti, e anche tra chi gestisce uno studio professionale, come ad esempio avvocati, geometri, ingegneri, tecnici, e molti altri.
Sono solita ripetere ai colleghi formatori, coach o altri professionisti che seguono i miei percorsi, sia aziendali che privati, che prima viene il professionista, poi viene il coach (o avvocato, ingegnere, ecc). E, prima ancora del professionista, viene la Persona.
Soprattutto per quanto riguarda i professionisti, si dà molto peso alla competenza tecnica relativa al proprio settore, si fanno corsi di aggiornamento soprattutto nei casi in cui vengano modificate le normative in materia. Il risultato, però, è evidente quando si sente parlare di alcuni di loro.
“ Tizio è bravissim* nel suo lavoro, ma un po’ confusionari*
Pinco Pallino è mal organizzat* /
Mario è una brava persona e un ottimo tecnico, ma ogni volta che viene da noi ci metto 1 settimana per smorzare le tensioni in ufficio
Paola è un’ottima legale ma sembra sempre in affanno e ogni tanto si perde i pezzi!
Talvolta a raccontare questi episodi sono proprio quei professionisti in stallo, che mi contattano quando vivono ormai un autentico disagio per il protrarsi della situazione: senza più motivazione, senza una visione del loro futuro, incapaci di mettere paletti tra la gestione della loro carriera e la loro vita personale, spesso stressati e in affanno, sopraffatti dalle loro giornate.
Ho già introdotto più sopra il concetto di soft skills: tutte quelle competenze trasversali alle quali, in alcuni casi, si dà poco peso, ma che sono fondamentali per evolvere professionalmente, crescere e migliorare sotto ogni punto di vista.
Per rispondere alla domanda del titolo, quindi, per un professionista o titolare di uno studio o di un’azienda, non considerare la formazione sulle soft skills significa oggi rischiare di non far crescere il proprio progetto e ritrovarsi presto in una empasse professionale difficile da risolvere.

Soft skills: cosa sono le competenze trasversali e come possono migliorare la formazione di professionisti e aziende?
Ma quali sono queste soft skills, di cui tanto si sente parlare?
Comunicazione: la capacità di comunicare con gli altri e farlo con efficacia secondo i propri obiettivi non è solo fondamentale per vendere o per negoziare nelle varie situazioni, non solo a livello economico, ma anche per gestire al meglio il proprio lavoro e il lavoro degli altri, ad esempio nel caso dei titolari di azienda.
Con il progetto svolto per Studio Della Bella, per esempio, abbiamo lavorato per condividere insieme ai collaboratori una visione aziendale chiara, funzionale ad una futura espansione dello studio.
Organizzazione: un professionista o un titolare d’azienda organizzato sa quanto questo aspetto sia importante per la crescita del suo progetto.
Una efficace organizzazione dei ruoli, dei processi e delle procedure è stato il punto fondamentale del progetto che ho seguito per il Salumifico Butti di Valmadrera e che riguardava il rinnovamento organizzativo e la costruzione della leadership da parte della titolare.
Strategia e Gestione: in Officine Piki, per esempio, ho lavorato insieme al titolare definendo un piano strategico a seguito del passaggio generazionale in azienda e in vista di una fase di espansione e innovazione produttiva nell’ottica dello sviluppo 4.0. Il piano, naturalmente, ha coinvolto anche i collaboratori attraverso una serie di incontri di coaching, ma abbiamo anche ridefinito le procedure e lavorato sui ruoli di responsabilità, per fare in modo che tutti i livelli di intervento potessero funzionare con una “messa a terra” efficace.
Equilibrio: trovare un equilibrio tra lavoro e vita personale rende migliori e più produttivi non solo i professionisti o i titolari, ma anche i collaboratori, e nelle realtà in cui non si fa abbastanza formazione su questo, si rischia di compromettere i risultati lavorativi di tutti.
Nel progetto ConciliAzione, coordinato da Confartigianato Imprese Lecco ho aiutato alcune aziende del lecchese a riflettere sulla conciliazione vita-lavoro, allo scopo di aiutare i titolari a perseguire il benessere delle persone come obiettivo aziendale.
Le soft skills, competenze trasversali utili alla crescita di un progetto sia organizzativo che professionale, possono essere tante altre e correlate alle precedenti, ma tutte passano attraverso l’empowerment delle persone.
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Percorsi di formazione sulle competenze trasversali: come funzionano?
Fin qui abbiamo approfondito il significato di soft skills, ma potremmo anche parlare di upskilling e reskilling, altri due concetti molto interessanti quando parliamo di formazione.
Un percorso di upskilling prevede un miglioramento delle competenze della persona coinvolta, partendo da un presunto livello e puntando quindi a un livello superiore per una o più specifiche competenze.
Un percorso di reskilling consiste in una riqualificazione, spesso dell’intera azienda, qualora ad esempio ci siano stati cambiamenti talmente grandi e impattanti da richiedere di rispondere in modo diverso al mercato e dover quindi mettere in campo nuove tecnologie, prodotti, competenze.
Ma cosa significa in concreto attivare percorsi di coaching nel proprio studio o azienda per migliorare le competenze trasversali?
Per gli studi professionali, in particolare, che operano nell’ambito dei servizi e delle professioni intellettuali, è di fondamentale importanza potenziare continuamente il proprio capitale umano.

Un altro ambito in cui ho maturato una solida esperienza è quello della formazione dei professionisti “tecnici”, che accompagno come trainer in esperienze di formazione sulle soft skills, oltre che nel potenziamento delle abilità di comunicazione e gestione dell’aula, nel caso in cui siano anche formatori.
Ad esempio, oltre alle case history nominate nel paragrafo precedente, ho svolto, in collaborazione con un collega tecnico, due edizioni del Corso di Formazione per Qualificare i Formatori sulla Sicurezza organizzato da API Lecco, oltre che vari interventi per i consulenti e formatori di Studio Ares (impresa operante nell’ambito della sicurezza e ambiente, con la quale ho una partnership continuativa), oltre che percorsi formativi analoghi condotti per altre società.
Anche le realtà più tecniche beneficiano della formazione nelle soft skills, perché sono competenze trasversali capaci di far crescere professionalmente e personalmente le persone a prescindere dai contesti lavorativi.
Per approcciarsi a questo tema, bisogna tenere ben presente l’orizzonte temporale. L’investimento in formazione, infatti, è ciò che permette di ottenere i più alti ritorni di investimento, se si considerano adeguatamente i tempi necessari a rendere il cambiamento evolutivo attuabile.
È importante valutare attentamente quali obiettivi si vogliono raggiungere con i percorsi di coaching, progettare un piano di formazione che sia a lungo termine e misurabile, quindi con risultati applicabili sul lavoro; organizzare le presenze in aula e la frequenza degli incontri; avere una visione aziendale che renda tutto attuabile e organico.
Sono tutti aspetti che è possibile valutare insieme a una coach esperta in formazione professionisti, che, in base agli obiettivi, può proporre un piano formativo personalizzato per accompagnare i tuoi collaboratori al prossimo livello di sviluppo professionale, se sei il titolare di uno studio, o di un’impresa.Parlo spesso di Tras-Form-Azione, quando mi riferisco ai percorsi che progetto per studi e aziende, perché si tratta non solo di portare le persone a fare un cambio di mentalità, ma anche di verificare l’acquisizione del contenuto di lezione in lezione, e di portarle poi ad agire in prima persona sul loro lavoro e sulla vita di ogni giorno.

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