Equilibrio tra esigenze di coppia ed obiettivi personali: come fare

Alla vigilia del mio anniversario di matrimonio con Davide, mi imbatto in una foto di famiglia di 2 anni fa: festeggiavamo il 60° anniversario dei miei nonni, quasi imbarazzati dalla nostra volontà di celebrare la loro unione. Già, perché la quotidianità della loro relazione si basava su un continuo ping-pong di provocazioni, scherzi e discussioni: il solo modo che negli anni hanno conosciuto per comunicarsi la necessità che avevano l’uno dell’altra. 

Ora le relazioni sono molto diverse, eppure molte di noi faticano a trovare la persona giusta e a raggiungere un equilibrio di coppia in sintonia con i propri obiettivi personali.
I nostri bisogni si sono evoluti e anche alla coppia chiediamo molto più di quanto non facessero i nostri nonni o genitori.
Desideriamo una relazione soddisfacente da tutti i punti di vista e, se la nostra non lo è, la frustrazione che ne deriva contamina anche il resto. 

Ma se il perfezionismo è sempre nocivo, il desiderio di realizzarci sia a livello personale che affettivo è qualcosa che ci libera e ci aiuta a raggiungere il nostro speciale equilibrio.
Se desideri apprendere qualche strategia pratica su come farlo, questo articolo è per te.


Sommario


Come e quanto impattano le nostre esigenze e valori personali sulla vita di coppia

Un tempo nella coppia non si prestava attenzione ai bisogni affettivi. In alcuni casi non lo si fa nemmeno oggi, in alcuni particolari contesti familiari, sociali o culturali. 

In passato, anche in assenza di vincoli imposti, molto più frequentemente di oggi ci si sceglieva per una sintonia superficiale, per un incontro casuale, per le necessità molto pratiche della vita come quella di sentirsi “stabilizzati” all’interno di una famiglia che diventava il contesto del riconoscimento sociale.

Ora le cose sono molto diverse: possiamo muoverci nel mondo con maggior facilità di quanto i nostri avi potessero anche soltanto immaginare; la tecnologia ci permette di entrare in contatto virtualmente con le persone, di sceglierle, di selezionarle, addirittura di “testarle” prima di un incontro di persona. 

Le occasioni di socialità sono aumentate esponenzialmente: dal lavoro alla scuola che si prolunga fino all’Università o ai Master, agli svaghi, alle occasioni sportive, associative. Insomma: abbiamo più possibilità di conoscere ed incontrare persone di quanto non ne avessero i nostri nonni tra i 70 e i 100 anni fa. 

Nonostante i vantaggi portati dall’evoluzione sociale e tecnologica questa “fatica dell’incontro” sembra infatti imperare perché oggi abbiamo la consapevolezza che i nostri bisogni sono cambiati, si sono evoluti e ci concediamo il diritto di trovare una risposta a ciascuno di questi:

  • il diritto di svolgere un lavoro che ci gratifichi,
  • il diritto di poter perseguire e dare spazio alle proprie passioni,
  • il diritto di trovare esito ai nostri bisogni spirituali,
  • il diritto di comprendere e sostenere in che modo possiamo dare il nostro contributo unico al mondo,
  • il diritto – specie se siamo Donne – di avere tempo per noi oltre che per gli altri,…

Potrei continuare a lungo.

Ma il punto di questa riflessione è che anche alla nostra relazione di coppia chiediamo molto di più di quanto non facessero i nostri nonni. 

Desideriamo una relazione soddisfacente da tutti i punti di vista. In caso contrario facciamo fatica ad accettare questa imperfezione nella nostra vita, e la frustrazione che sentiamo contamina anche il resto. È necessario trovare un equilibrio tra le varie parti della nostra vita, tra la vita di coppia e gli obiettivi personali, ma non è di certo facile.

E se il perfezionismo è sempre nocivo – e lo è anche in questo caso – il desiderio di migliorarsi è anzi qualcosa che ci libera e ci fa trovare il nostro allineamento. 

Per questo oggi, riguardando i miei nonni in quella foto, non posso fare altro che promettere loro che farò di tutto perché si possa guardare me e mio marito come un esempio di questo nuovo modo di amare che chiede molto a ciascuno ma che allo stesso tempo ci spinge a realizzare la versione migliore di noi anche attraverso la coppia.

Quanto un buon approccio al cambiamento può migliorare la tua vita di coppia

Tenere un buon equilibrio di coppia sotto la pressione delle aspettative personali, di quelle esterne e dei nostri propri obiettivi, soprattutto professionali e di realizzazione, non è affatto semplice.

Occorre tantissima predisposizione al cambiamento, inteso come evoluzione propria, adattamento e compromesso alle circostanze, oltre che resilienza di fronte alle sfide della vita, da cui la coppia non è immune.

Molte delle donne con cui lavoro pensano al cambiamento in una relazione come un modo per poter plasmare il proprio compagno in base al loro personale modello del mondo.

Vorrebbero che avesse il loro stesso modo di riordinare casa, di accudire i figli, di dare le priorità… Immagino che qualche volta ci abbia pensato anche tu, è così?

“Le donne sposano gli uomini pensando di poterli cambiare, gli uomini sposano le donne pensando che restino sempre le stesse”, diceva Oscar Wilde! 

La trovo uno spunto interessante per fare qualche riflessione proprio oggi che io e Davide festeggiamo 3 di 11 anni insieme: 3 di matrimonio e 11 da quando ci siamo incontrati quella prima volta: un colpo di fulmine scattato in un locale vicino al luogo in cui abbiamo poi deciso di vivere.

Al di là delle generalizzazioni che troviamo nella massima citata poco sopra, quell’affermazione ci svela che le persone hanno approcci diversi e soprattutto aspettative differenti rispetto al cambiamento ed al ruolo che questo può avere in una relazione di coppia.

Ed anche per noi forse il concetto di cambiamento era diverso all’inizio del nostro rapporto, ma poi abbiamo trovato una modalità comune per interpretarlo.

In questi giorni ci siamo guardati negli occhi per essere franchi fino in fondo su quelle cose che desidereremmo diverse nella nostra relazione, quelle che ancora si possono migliorare tra noi, nonostante sia per entrambi uno dei periodi più sereni e felici della vita.

E non l’abbiamo fatto per una ossessione al miglioramento fine a sé stesso, ma perché nella nostra crescita personale e di coppia abbiamo imparato ad ascoltare sempre più e sempre meglio i nostri bisogni e a dare loro spazio all’interno della nostra relazione, proprio perché l’equilibrio di cui tanto si parla è possibile solo nella misura in cui si dà ascolto a noi stessi come singoli, con i nostri obiettivi personali, e alla coppia come nucleo che cresce e si evolve.

Già, perché – proprio come accade a me e Davide – i tuoi bisogni personali e di relazione e quelli del tuo compagno/fidanzato/marito cambiano con voi, si evolvono nel tempo, mettono alla prova e alimentano la coppia, rinnovandola continuamente e rendendola resiliente alle difficoltà, al cambiare dei corpi, del mindset, delle aspettative personali e reciproche, delle capacità.

Per questo nel mio Percorso 3MesiXSvoltare riservo un’attenzione particolare nell’aiutare le Donne a mettere in equilibrio gli aspetti di relazione con le proprie ambizioni professionali ed i bisogni emotivi: senza una serenità affettiva spesso anche i successi professionali non arrivano o sembrano inutili.

E viceversa, senza una realizzazione personale anche le relazioni diventano un contesto in cui esprimere frustrazione e risentimento anziché energia e gioia.

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L’intraprendenza come bisogno fondamentale a cui trovare risposte nella relazione di coppia

Per molte donne intraprendenti ed orientate alla realizzazione (come quelle con cui lavoro abitualmente) la risonanza intellettuale, emotiva e di responsabilità con il compagno è un bisogno fondamentale  a cui trovare risposte concrete nella relazione di coppia.  

Con F. stiamo proprio lavorando su questo aspetto particolare della sua realizzazione: ha un’ottima posizione lavorativa e un ulteriore desiderio di crescita professionale, ma in questo preciso momento della sua vita ha capito che è necessario dare spazio a quella sfera personale che fino ad ora ha trascurato.

La sua principale difficoltà è decidere di troncare in via definitiva la relazione con il suo ex e – sebbene in cuor suo sappia già che cosa fare perché ormai si sente ad anni luce da lui dal punto di vista del mindset e dei progetti di vita – non riesce a sbloccarsi per via di una serie di condizionamenti.

  • I pareri della sua famiglia, che le suggerisce di prediligere ciò che è “comodo” e di non pretendere troppo,
  • l’amarezza di aver dedicato tanti anni ad una relazione dalla quale non si sente emotivamente appagata,
  • la paura di restare sola e senza riferimenti,
  • il timore di non poter trovare un altro uomo che possa accogliere le sue ruvidità, e via così…

La crisi di F. è emersa proprio per via di quella sensazione di cui ti parlavo: fin dalla nostra prima sessione, raccontandomi del suo compagno, mi confermava di sentire che  – pur provando moltissimo affetto ed attaccamento – tra loro non era mai esistita una reale sintonia. Non è mai esistito, dunque, un equilibrio di coppia che potesse darle la giusta spinta anche per i suoi obiettivi personali, che non sente compresi dal compagno.

Se anche tu come lei non provi stima professionale per il tuo partner e in cuor tuo sai che potrai costruire una vita di coppia appagante soltanto con un uomo che senti di stimare professionalmente, forse è venuto il momento di affrontare definitivamente la situazione. Non è solo una questione di imbattersi nell’uomo sbagliato, spesso il problema risiede nella differente visione di vita e obiettivi, nella realizzazione che non coincide per entrambi negli stessi ambiti.

Immagino che tu tenda a non voler ascoltare le tue sensazioni perchè temi di essere giudicata fredda o presuntuosa. Del resto la dedizione a dare il massimo in un lavoro appagante è un parametro con cui misuri il tuo valore e quello degli altri, e senti il bisogno profondo che questa dimensione evolutiva sia un valore anche per l’uomo che ti starà accanto.

Che male c’è?! Per me nessuno.

Le donne che hanno provato ad ingoiare il rospo del disallineamento con il proprio partner, si sono spesso ritrovate, dopo qualche tempo, a dover sciogliere incomprensioni, blocchi e resistenze originate proprio da questa lontananza di visioni e prospettive di vita.

Scegliere non è mai semplice, se ci sono in gioco cose importanti come la decisione sulla persona con cui costruire il proprio futuro, ma è certamente possibile oltrepassare il bivio del “o mi faccio andare bene lui o resto da sola”, cominciando ad esplorare altre possibilità ed evitare, in futuro, di chiudersi in relazioni sbagliate per la paura della solitudine o per condizionamenti sociali.

Se vuoi possiamo farlo insieme. 

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