Per una donna intraprendente e professionalmente preparata, saper padroneggiare la comunicazione efficace è un must, non uno sfizio! …Pensa a quanto non riuscire ad esprimerti in modo gentile ma fermo con i tuoi manager o – se lavori in proprio – clienti, fornitori e collaboratori impatti ogni giorno sulla tua capacità di realizzare i tuoi progetti personali e professionali.
Qualche esempio: la tua assistente ti dice sbrigativamente che ha capito cosa deve fare e ti ritrovi poi a mezzanotte a rifare da capo quello che le avevi assegnato; il cliente con cui fatichi a mettere dei confini pretende che tu sia disponibile per lui alla domenica mattina, che invece tu vorresti destinare a te e alla tua famiglia; o ancora – se sei una manager – i tuoi superiori ti assegnano l’ennesimo progetto perchè “tu sei più brava e veloce di lui e siamo certi che arriverai all’obiettivo!”, ma il tuo compenso resta sempre inferiore al suo e l’avanzamento di ruolo è già stato assegnato a lui.
Se ti ho reso abbastanza l’idea ti saranno già venute alla mente innumerevoli situazioni che vivi ogni giorno con l’ansia di non saper far fronte in modo incisivo ai confronti.
C’è una parte di te che vorrebbe essere più forte, ma ogni volta immancabilmente sbagli le parole, tendi a giustificarti o a renderti disponibile oltre misura quando invece vorresti semplicemente dire un bel “NO” o poter dettare le tue condizioni.
In questo articolo troverai degli spunti pratici per allenare quotidianamente la tua assertività. Comincerai quindi a gettare le basi per comunicare efficacemente il tuo punto di vista e concretizzare in modo più rapido gli obiettivi professionali che senti di meritare, ma che spesso ora ti sfuggono di mano.
SOMMARIO
- I principali blocchi che senti nel comunicare efficacemente e come superarli
- Come migliorare la tua autorevolezza grazie alla comunicazione assertiva
- Esercizi pratici di assertività per la tua comunicazione efficace
I principali blocchi che senti nel comunicare efficacemente e come superarli
Iniziamo dal disagio che senti quando devi comunicare qualcosa di “scomodo” :
- Potrebbe essere il sollecito ad un fornitore che sta tardando rispetto agli accordi, creando ritardo nel cantiere che segui per quel cliente a cui tieni tanto…
- O forse sei la titolare di un’azienda ma trovi qualsiasi cosa pur di rimandare la convocazione di quel collaboratore che non sta procedendo con gli obiettivi assegnati e nelle modalità che ti aspettavi.
- O ancora: devi mettere in chiaro con il tuo capo che non vorrai più fare da sola il lavoro di tre persone!
Che cosa ti blocca così tanto dall’avere una comunicazione efficace, che vada dritta al punto e ti aiuti ad ottenere il risultato che desideri?
Storicamente, ci hanno insegnato ad essere delle “brave bambine” e le brave bambine, si sa, non contraddicono, non si lamentano, non manifestano fastidio ma si limitano a sopportare la situazione loro malgrado.
Ci hanno insegnato a evitare il confronto spaventandoci con lo spauracchio del conflitto: dato che non vorremmo mai esserne la causa ecco che la sola idea di far presente le nostre esigenze ci trasforma immediatamente in mostri! (Questo, almeno è quello che ci racconta il nostro giudice interno, che seguiamo alla lettera!).
Quindi evitiamo, e ce ne stiamo “zitte e buone” ingoiando rospi amari e fingendo che una certa situazione ci stia bene, mentre ribolliamo dentro e ci sentiamo sempre più incapaci e insicure.
…Ti riconosci?
Il secondo blocco è il fatto di non sentirti competente nella comunicazione efficace:
forse non padroneggi la capacità di parlare in pubblico e – sapendo di non avere un linguaggio forbito – temi di apparire insicura, di non avere la prontezza di rispondere in modo professionale alle obiezioni, o di non saper attingere al repertorio di parole adatto alla situazione,…
Questa è la situazione vissuta da alcune titolari di PMI che seguo nei progetti di sviluppo organizzativo. Essendo entrate precocemente nell’azienda di famiglia, non hanno avuto modo di formarsi sulle competenze trasversali e manageriali e spesso fanno fatica a relazionarsi con i propri dipendenti proprio perchè non sono allenate al dialogo strategico e alle tecniche di comunicazione efficace.
Inoltre, molto spesso, hanno avuto come unico modello quello dei propri padri, nonni o zii: una leadership patriarcale e vecchio stampo in cui l’autorità espressa con la forza anche verbale era l’unico modo concepibile per condurre un gruppo di lavoro con la certezza di ottenere risultati.
So bene che – se anche tu ti trovi in una situazione simile nell’azienda di famiglia o come manager di un’impresa padronale – immaginare di trasformarti in un drago per gestire i collaboratori non sia nelle tue corde!
..E in effetti non è questa la soluzione a cui ambire!
Esistono modi differenti di agire la propria leadership, come ho raccontato in questo articolo.
Questa riflessione mi permette di agganciare un ulteriore blocco alla comunicazione efficace, ovvero la paura di ferire.
Qualche tempo fa ho lanciato una challenge sul mio gruppo Facebook DONNE CHE SVOLTANO, e la maggior parte delle donne che mi seguono hanno risposto che spesso sono frenate nel comunicare qualcosa di particolarmente difficile per paura di risultare maleducate o di ferire.
Capita anche a te di evitare di dire ciò che pensi per tutelare chi ti sta attorno?
Questo caso si verifica più spesso con persone con cui abbiamo anche un legame affettivo come il nostro compagno, un’amica, una sorella, nostra madre o una collega con cui si è creata una certa sintonia.
In questi casi evitare il confronto, anziché preservare il rapporto alla lunga lo incrina, in quanto provoca frustrazione sia a loro che a te. La paura di ferire innesca infatti queste dinamiche:
- il senso di colpa per non aver condiviso il tuo bisogno o punto di vista creerà in te un conflitto interno che genera frustrazione
- non condividere la difficoltà ti obbliga a portare tutto il peso della questione su di te;
- stai ritenendo che l’altra persona sia incapace di sostenere le sue responsabilità, arrogandoti il diritto di prevedere le sue reazioni e percezioni.
Come vedi, decidere di non comunicare ha conseguenze più negative di quante ne avrebbe farlo: stai impedendo a te stessa ma anche all’altro di vivere un’occasione di scambio profondo, mettendo delle barricate alla vostra relazione, invece di rinforzarla nella direzione della trasparenza.
Quanto potrebbe essere utile e bello invece prenderti la responsabilità di donare a chi ti sta di fronte un’occasione di crescita? Quanta soddisfazione potresti ricevere dal superare questa difficoltà insieme? …Sarebbe una meravigliosa possibilità di evolvervi nella vostra relazione ma anche come persone!
Oltre alla paura di offendere, c’è un altro freno alla comunicazione che ha, allo stesso modo, origine da bias cognitivi: pensare che sia meglio tacere, per paura che il tuo punto di vista non venga considerato.
Un altro blocco comune infatti è la paura del rifiuto/del fallimento.
Due esempi, se sei una manager o lavori in azienda:
- stai cominciando a sentirti stretta nel tuo ruolo prettamente tecnico ed hai la necessità che i tuoi responsabili diano seguito alla promessa fatta all’assunzione di un cambio di ruolo, più allineato alle tue inclinazioni umanistiche.
- Oppure da tempo mandi messaggi di malcontento ai tuoi superiori senza però mai riuscire ad affrontarli in un appuntamento in cui negoziare le tue necessità di gestione familiare o rivendicare quell’aumento di livello che attendi da tempo e che vedi ogni volta destinato ad altri, nonostante la tua estrema disponibilità nel fare orari impensabili e nel portare a termine ogni progetto anche sacrificando i tuoi spazi pur di dimostrare che sei in grado di raggiungere l’obiettivo.
In questo caso la tua paura è di essere ignorata o che le tue richieste vengano rimbalzate con un secco rifiuto a cui senti di non poter far fronte. Pensi di non avere alternative, di dover comunque accettare la situazione tuo malgrado e di non poter trovare di meglio, quindi parti già sconfitta ed eviti il confronto anche in questo caso.
Del resto, saper gestire la comunicazione in modo efficace è il vettore che porta a migliorare le relazioni e a raggiungere la serenità che tanto desideri, per questo voglio dimostrarti che, grazie a piccole azioni quotidiane di assertività sarà possibile anche a te disancorare i blocchi che non ti permettono di sentirti realizzata.
In che modo? Vediamolo insieme!
Come migliorare la tua autorevolezza grazie alla comunicazione assertiva
1- IMPARA A CRITICARE
Tantissime persone con cui ho lavorato nel mio Percorso 3MesixSvoltare o nei corsi aziendali mi raccontano questa dinamica:
“Accumulo, tengo duro, cerco di non dare peso a certe situazioni e le sopporto pur essendo in disaccordo per “quieto vivere”, ma poi..ESPLODO!”
Se è capitato anche a te, ti sarai accorta che, in quei casi, rischi di passare per una bambina capricciosa, un’isterica (…magari con il ciclo in corso!?!!) che non si sa gestire o ancora – nella migliore delle ipotesi – come una persona emotiva in un momento no che passerà così com’è venuto.
Se rifletti bene puoi accorgerti facilmente che questa strategia è solo una tentata soluzione che non è utile a nessuno, men che meno a te: che risultati hai ottenuto sbottando?
Ti sei portata a casa un nulla di fatto e dopo la sfuriata ti senti ancora più frustrata e innervosita perché questo ennesimo sfogo non ha portato a nulla, come tutti gli altri.
COSA FARE DUNQUE?
Inizia ad allenarti alla comunicazione assertiva in contesti in cui è più semplice ottenere un risultato positivo e nei quali senti minor resistenza.
Sforzati, ogni giorno, di muovere una critica o dire qualcosa di scomodo e comincia a notare che non finisce il mondo per questo e che anzi, ti sentirai sempre più leggera e sicura di te, indipendentemente dall’approvazione degli altri.
Man mano che questo modo di comunicare entrerà nelle tue corde, riuscirai ad applicarlo anche nei contesti professionali o nelle situazioni più sfidanti.
Pian piano minerai quel circolo vizioso che sta influendo negativamente sulla tua sicurezza e autostima: so bene che la difficoltà di dire qualcosa di scomodo molto spesso ti fa mettere in dubbio anche il contenuto di ciò che vuoi dire.
Allenarti quotidianamente alla critica ti farà sentire più forte, più sicura e avrà un impatto positivo sulla tua comunicazione, che diventerà sempre più efficace.
Eviterai di accumulare altro astio e di esplodere quando non ne puoi veramente più, come ti spiego nel video che segue.
2- CHIARISCI A TE STESSA IL FOCUS DELLA CONVERSAZIONE
Con le donne che mi chiedono aiuto per realizzarsi nel proprio progetto di vita e lavoro, emerge sempre il tema della necessità di migliorare la propria comunicazione e, di conseguenza, le relazioni personali e professionali.
In moltissimi casi il problema principale è che le persone affrontano discussioni, confronti importanti e colloqui strategici senza aver prima chiarito a se stesse i bisogni che intendono manifestare all’altro e l’obiettivo che si danno per quella conversazione.
Potrà sembrarti strano parlare di comunicazione in questo modo così “utilitaristico”, ma l’approccio pragmatico è quello che serve per cambiare concretamente la nostra vita! Per questo nel mio programma c’è tutta una parte di training dedicata alla comunicazione efficace con cui aiuto le mie clienti proprio a fare questo: a prepararsi agli incontri più importanti utilizzando scalette e strategie apposite che ho sperimentato direttamente più e più volte e poi messo a punto per loro.
COSA FARE DUNQUE?
Prima di cimentarsi con il dialogo strategico, sollecito le mie clienti con alcune domande chiave, che consiglio anche a te:
- Quali sono i bisogni che in questo momento non sento soddisfatti?
- Perchè non li sto comunicando?
- Che cosa voglio ottenere con quel XXX (colloquio, confronto, incontro)?
3MesiXSvoltare
Ha già aiutato decine di donne a realizzare le proprie ambizioni. Se vuoi scoprire come, clicca il pulsante per saperne di più!
3- DATTI IL PERMESSO DI DESIDERARE DI PIÙ…E PRETENDILO!
Molto spesso le professioniste che si iscrivono a 3MesixSvoltare ritengono di avere difficoltà a farsi riconoscere e valorizzare al lavoro, che si tratti di relazioni interne all’azienda, con manager o collaboratori, oppure di rapporti con clienti e fornitori, se lavorano in proprio.
Questo le fa sentire insoddisfatte, mai veramente realizzate come vorrebbero.
Pensano che accada perché non sono abbastanza brave ma ci restano male perché nel loro intimo, sentono di meritare di più.
Finché non cominciamo a lavorare insieme, spesso attribuiscono questo mancato riconoscimento unicamente agli “altri”. Man mano che proseguono con il percorso capiscono però che anche per loro esiste un’area di potere per impattare sulla situazione.
Inizia così il lavoro sulla loro capacità di auto-stimarsi obiettivamente e di essere assertive nelle relazioni.
Diversi anni fa, quando ero dipendente, io stessa mi sono trovata in una situazione particolarmente scomoda: dopo tante promesse di un imminente avanzamento di livello nell’ente di formazione per cui lavoravo, nei fatti questo tardava ad arrivare, ho quindi deciso di richiedere un colloquio formale con il Direttore.
Non fu semplice gestire quel colloquio perché al tempo non ero la Cristina di oggi: non avevo lavorato sulla mia assertività e la mia gestione emotiva, e le situazioni di “confronto con il potere” mi mettevano molta ansia.
Nonostante tutto ero decisa a far valere i miei diritti e il giorno dell’incontro, dopo aver avanzato timidamente le mie richieste, sono stata immediatamente aggredita dal mio responsabile che appellandomi come “una malfidente”, cercò di farmi sentire in colpa per non essermi fidata della sua parola.
Ottenni poi la formalizzazione dello scatto di livello ma sostenere quel confronto con quei toni mi colpì molto a livello emotivo: ne uscii spiazzata perché, nonostante il risultato che avevo ottenuto, sentivo dentro di me una sensazione di sopruso e qualcosa che si ribellava.
“Che cosa vuoi ancora, che cosa vuoi di più!?” Mi disse, e ancora oggi quelle parole di sfida mi fanno da leva nei momenti in cui ho bisogno di riconnettermi alla mia missione di riscatto per le donne ambiziose.
Oggi che ho una sicurezza diversa di allora, quando mi trovo in difficoltà nel chiedere di più (eh sì, capita ancora anche a me) riporto alla mente quell’episodio e lo utilizzo come ancoraggio per dire… NO, io posso e devo esprimere le mie richieste e valorizzarmi nel modo più assertivo possibile.
Quante volte ti è capitato di trovarti in una situazione in cui non hai saputo esprimere le tue necessità per timore dell’autorità dei tuoi superiori?
Quante volte non ti sei data il giusto valore professionale? E, a causa della tua incapacità di chiedere, hai ottenuto meno di quello che vali?
COME FARE?
Ogni volta che desideri di più per te stessa, che sia del tempo da dedicare a te, il giusto compenso per le attività professionali che svolgi, o anche la possibilità di esprimere un tuo parere, ripensa a una provocazione che ti aveva ferita e usala come leva per risvegliare la tua grinta!
Come ti dicevo, le difficoltà di comunicazione tra i temi che accomunano molte delle meravigliose professioniste, manager, imprenditrici che incontro nei percorsi di empowerment.
Due di loro in particolare vedevano nella comunicazione poco efficace un grande freno all’affermazione della propria autorevolezza:
- Giulia, una libera professionista STEM aveva difficoltà a farsi rispettare, sentiva di non essere efficace nella comunicazione soprattutto nella richiesta delle tempistiche di consegna e nell’ottenere riscontri puntuali da clienti, fornitori e collaboratori;
- Alice, responsabile di produzione, aveva necessità di imparare a comunicare efficacemente con il suo team in cui era appena stata inserita come responsabile.
Alla base dei loro blocchi sulla comunicazione efficace non c’erano però solo difficoltà tecniche e pratiche, ma qualcosa di più radicato: per entrambe l’essere leader significava essere “stronza”, per questo inconsciamente rifiutavano quel ruolo e si sabotavano comunicando in modo evasivo.
Ma, come ho spiegato nell’articolo dedicato alla leadership femminile, l’equivalenza LEADER = STRONZA non ha alcun fondamento reale, è “solo” un preconcetto culturale profondamente assorbito che sta frenando la carriera di molte meravigliose donne come Giulia e Alice.
Entrambe confondevano il comunicare in maniera ferma e decisa con l’essere aggressive e scortesi. Per questo adottavano stili di comunicazione passivi e concilianti che però non permettevano loro di raggiungere gli obiettivi professionali che tanto desideravano, creando incomprensioni con clienti e collaboratori, sensi di colpa con i propri cari nel gestire l’equilibrio vita/lavoro e tanta frustrazione per l’incapacità di valorizzarsi come meritavano.
Lavorando sia dal punto di vista dei blocchi personali ed emotivi ma anche con esercizi concreti e pratici, le ho aiutate a trasformarsi in professioniste assertive, capaci di comunicare efficacemente, facendosi rispettare e diventando guide autorevoli.
E tu, quale stile di comunicazione utilizzi abitualmente? Passivo, aggressivo o assertivo?
Scoprilo con l’aiuto del video in cui ho raccolto gli errori di comunicazione più comuni e alcune strategie per iniziare a comunicare in maniera assertiva:
2 Esercizi pratici di assertività per la tua comunicazione efficace
Quando ho conosciuto Elisa, una brand manager super preparata ed entusiasta, ho percepito subito che, per ottenere i risultati che mi aveva chiesto, il nostro lavoro sarebbe dovuto partire dall’allenamento della sua comunicazione efficace.
Elisa era solita adottare uno stile di comunicazione passivo, alimentato dalla sua sindrome dell’impostore, che non le permetteva di valorizzarsi nel modo giusto.
“…Grazie per il complimento ma non è merito mio, le circostanze sono state favorevoli!”
“Ma ci mancherebbe, è dovere!”
“Mi chiami pure anche domenica, le rispondo sempre!”
“Sono a sua completa disposizione”.
Si scusava continuamente delle sue “mancanze”, che in realtà erano più una sua percezione: si presentava con le sue debolezze come biglietto da visita e tendeva a giustificarsi quando riceveva un complimento o un apprezzamento.
Ti vengono in mente altre frasi “poco assertive” come queste, che sei solita ripetere anche tu?
Dopo questo excursus sulle ragioni che stanno dietro allo stile di comunicazione che spesso adottiamo inconsapevolmente, vediamo quindi come comunicare efficacemente i nostri bisogni, le nostre aspettative, le nostre esigenze in modo che vengano presi in considerazione.
- Preparati alla “performance”
Come prima già accennavo, la preparazione è fondamentale quando vogliamo essere efficaci nella comunicazione, ossia fare in modo che il confronto ci porti a raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissate.
In 3mesiXSvoltare, nella scheda per la preparazione al colloquio strategico, consiglio alle mie clienti questi passaggi
- Rifletti sulle tue intenzioni
Con quale intenzione stai dicendo/non dicendo quella cosa a tuo marito/al tuo responsabile?
Che cosa ti vuoi portare a casa? Quale risultato concreto ti farà sentire appagata al termine di quel colloquio?
Decidere di comunicare o non comunicare qualcosa ha, nel profondo di noi, delle radici che rimandando all’intenzione nel fare o non fare una cosa.
- Metti nero su bianco l’obiettivo minimo e massimo ed eventuali punti di compromesso
- Prendi nota delle possibili obiezioni e dei punti di forza/debolezza/interesse del tuo interlocutore
- Mettiti in uno stato psico-fisico ed emotivo ottimale con qualche esercizio di respirazione o ripetendo un mantra o una canzone che ti suscita sensazioni positive
- Ripercorri velocemente con la mente i punti chiave della scaletta che ti sei preparata e le risposte ad eventuali obiezioni
Passare in rassegna questi step prima di affrontare un colloquio farà la differenza nel risultato che potrai ottenere da quella conversazione.
- Pratica il DISACCORDO
Per dare il giusto spazio e valore a ciò che ami ti occorre allenarti ad esprimere il tuo disaccordo in modo rispettoso ma efficace.
Adotta la cosiddetta tecnica del sandwich:
- apri il discorso in maniera distesa, segnalando aspetti positivi e concreti che il tuo interlocutore ha detto o fatto;
- presenta gli aspetti migliorabili andando a toccare dei punti che stanno a cuore alla persona che hai di fronte, presentandoli in ottica di miglioramento;
- concludi facendo riferimento a un altro aspetto positivo che la persona ha detto o fatto.
Puoi adottare questa tecnica nelle situazioni in cui:
- devi “dire no”
- mettere un limite
- esternare il tuo disaccordo/disappunto rispetto a qualcosa
- manifestare apertamente i tuoi valori, desideri aspirazioni quando sono in contrasto con quelli altrui (o che almeno presumi tali),
- Revisiona le COMUNICAZIONI SCRITTE
Una delle attività con cui aiuto spesso le mie clienti dei programmi aziendali o le professioniste del MasterMind avanzato è quella di revisione e stesura delle mail e delle comunicazioni scritte.
Già, perché anche nello scritto passa un “tono di voce” che può arrivare all’altro come rinunciatario e remissivo o deciso e propositivo.
Con Flavia (architetta) e Paola (fotografa) ad esempio, abbiamo lavorato attentamente sulla revisione delle mail ai fornitori ed ai clienti.
Qualche esempio per te di espressioni tratte dalle loro mail che ti consiglio di eliminare subito dalle tue conversazioni:
- mi chiami quando vuole: sono a sua completa disposizione
- resto in attesa di sue disponibilità per un colloquio
- Gentile XX, non so se si ricorda di me…
Fai attenzione: quelle che ti sembrano innocue formule di cortesia non sono altro che piccoli segnali che punteggiano la tua relazione con l’altro: le frasi qui sopra indicate ad esempio, ponevano le mie clienti in una posizione “one-down” ovvero di subordinazione rispetto ai loro interlocutori.
Eccole di seguito trasformate in modo più assertivo:
- se mi indica qualche disponibilità, la richiamo volentieri appena mi è possibile
- sono disponibile per una call/telefonata lunedì pomeriggio dopo le 16:33 o martedì in mattinata. Mi faccia sapere entro la settimana corrente per quando preferisce fissare, grazie.
- Gentile XX, la presente segue il nostro interessante incontro del XX, in occasione di YY
Siamo giunte alla fine di questo lungo viaggio nella comunicazione efficace!
Mi auguro che le storie di altre professioniste decise a diventare più assertive abbiano ispirato anche te a farlo e che gli esempi ed esercizi che ti ho proposto possano aiutarti da subito a comunicare efficacemente (..ovviamente non basta leggerli, ma devi metterli in pratica!)
Mi auguro di averti trasmesso forte e chiaro il messaggio che, per quanto sia bello e giusto pensare che la società dovrebbe dare più ascolto alle donne, è pur vero che ognuna di noi può riprendersi il proprio spazio iniziando a lavorare su se stessa e sulla propria capacità di comunicare efficacemente, e che per riuscirci basta… iniziare!
Se senti che questa è una delle tue più grandi sfide nella strada verso la realizzazione, e non sai come affrontarla da sola, sarò felice di aiutarti a svoltare.
Tra te e il tuo empowerment c’è solo una call di distanza!
CANDIDATI QUI aL percorso 3MesixSvoltare