Farsi ascoltare è un’arte e puoi imparare a padroneggiarla, per riuscire ad esprimere con assertività i tuoi bisogni. Ti spiego meglio: anche se ti sembra che sbottare quando sei esasperata ed esausta sia una reazione legittima e che non riesci a controllare, mantenere questo atteggiamento non ti aiuterà minimamente a farti considerare di più.
Per capire come fare diversamente, continua a leggere l’articolo che segue.
Sei a casa, dopo un’intensa giornata in ufficio ne comincia un’altra, fatta di cose da organizzare, nuove persone a cui rispondere, lavoro domestico.
Nessuno sembra accorgersi (forse) del fatto che tu stia vivendo con fatica queste incombenze e che avresti la necessità di prenderti i tuoi spazi, di staccare ogni tanto.
Al lavoro i/le collegh* non sembrano capire che stai vivendo un momento particolarmente faticoso, per via di questioni personali, nonostante tu lo abbia accennato qualche volta, ma sei sempre stata abituata ad arrivare ovunque e a non far pesare sugli altri le tue difficoltà. Anche qui sei sola.
No. Non lo sei! Come te, molte donne faticano a manifestare i propri bisogni, negandosi la possibilità di condividere gli impegni, o di chiedere aiuto, o di delegare alcune delle cose di cui si occupano.
Lo fanno perché, culturalmente, ancora passa il messaggio che siano le donne a “dover tirare il carro”, a dover essere comprensive ed accondiscendenti, pronte a rispondere ai bisogni altrui (a scapito dei propri).
In questo articolo ti aiuterò a capire come esprimere i tuoi bisogni con assertività, scardinando i pregiudizi che hai inconsapevolmente assorbito, per ritrovare un nuovo equilibrio che tenga conto anche delle tue ambizioni e necessità, oltre che di quelle altrui.
SOMMARIO
- Per farti ascoltare, inizia ad ascoltare te stessa
- Come riuscire a farti ascoltare partendo dai tuoi bisogni
- Comunicare con assertività per farti ascoltare
Per farti ascoltare inizia ad ascoltare te stessa
Cominciamo da qui: ti senti a tuo agio e senti di essere veramente te stessa quando interpreti il ruolo di moglie, madre, figlia, manager, impiegata, professionista?
…oppure senti uno scollamento tra chi sei e come ti presenti e vivi le varie situazioni?
Immagino che, come molte altre donne, anche tu abbia provato questa sensazione di disallineamento, senza però avere il coraggio di parlarne con qualcuno, continuando a fingere di riuscire perfettamente a conciliare lavoro e famiglia con serenità…
Ho indovinato?!
Questa è una delle sensazioni più ricorrenti che vivono le donne insicure: la loro mancanza di assertività le rende incapaci di legittimare i propri bisogni personali per via del senso di colpa nei confronti de* altr*.
Se ti sei riconosciuta in queste righe, sono quasi sicura che tra le cattive abitudini che hai c’è quella di incassare, di “ingoiare il rospo” e di tenere dentro i tuoi bisogni invece che manifestarli a chi ti sta vicino.
Sei tu?!?!
Molte delle persone che incontro nelle call – e che poi diventano clienti del mio percorso 3MesixSvoltare – si bloccano spesso su questo punto. Mi confessano con un po’ di imbarazzo di “non saper dire no”, credendo che sia impossibile sviluppare la loro assertività per essere più autorevoli al lavoro ad esempio, o più considerate a casa.
Talvolta la difficoltà emerge in entrambi gli ambiti, in altri casi, anche quando lavoro con professioniste o manager preparate e ben capaci di gestire le loro relazioni al lavoro, alcune si trovano nel paradosso di perdere totalmente la loro capacità di farsi ascoltare una volta rientrate nel contesto domestico o privato.
Per questo può essere capitato anche a te di sentirti inascoltata e incompresa. È successo a tutte, almeno qualche volta. Capita anche alle donne creative, indipendenti e libere.
Ho usato l’espressione “esprimere i tuoi BISOGNI”, quindi desidero che tu comprenda meglio che cosa significa questo termine: in psicologia per “bisogno” si intende qualcosa di essenziale importanza per la sopravvivenza ed il benessere dell’essere umano.
I primi studi in questo senso risalgono agli anni ‘50, quando lo psicologo Abram Maslow espresse la sua teoria nella ben nota piramide dei bisogni, definendo la motivazione come la “spinta” a rispondere ad una mancanza, quindi a soddisfare un bisogno.
Secondo Maslow i bisogni seguono una gerarchia, per cui se una persona non soddisfa prima quelli dei livelli di base (quali ad esempio quelli relativi alla salute, alla sicurezza ecc), difficilmente potrà orientarsi verso quelli di livello superiore (come quelli inerenti la socializzazione, la realizzazione e la spiritualità).
Gli studi successivi, che oggi si basano anche sulle neuroscienze oltre che sulle teorie psicologiche, hanno contestato principalmente la rigidità di questa categorizzazione, dimostrando quanto il tema dei bisogni e delle motivazioni umane sia molto più sfaccettato e complesso.
Questa parentesi “tecnica” mi serve per farti capire alcune questioni di fondo:
- che è assolutamente naturale e SANO che tu abbia dei bisogni, dei desideri o delle necessità a cui senti di dover dare risposta. L’idea che tu ti senta in colpa perchè hai dei bisogni e vorresti soddisfarli, equivale al sentirti in colpa perchè respirando togli aria ad altre persone!…Non so se ti ho reso l’idea!
- I tuoi bisogni di riposo, di appagamento professionale, di gratificazione economica, di indipendenza, ecc… hanno un’ energia non neutra, che quindi ti fa da carburante nel momento in cui decidi di muoverti per soddisfarli, oppure da aspiratore di energia nel momento in cui decidi di ignorarli. (Mi pare che, raccontata così, ti sia abbastanza evidente che ciò che deciderai di fare o meno rispetto ai tuoi bisogni è una tua scelta, ed è importante che tu ne sia consapevole).
- Il fatto che – in quanto donna – tu ti senta meno legittimata ad esprimere le tue necessità e a pretendere di essere ascoltata e supportata dagli altri fa parte di un modello del mondo maschilista che – in diversa misura – tutti noi abbiamo incorporato nel nostro modo di fare e pensare e di vivere le nostre vite. (Quindi su questo sei scusata, non è colpa tua, ma è tua responsabilità ed è in tuo potere andare oltre i luoghi comuni e cambiare le cose per la parte di mondo che ti riguarda!)
So bene che la sfida è ardua: quando lavoro con le mie clienti le accompagno prima a prendere consapevolezza dei propri desideri ed ambizioni, e solo in un secondo momento a comunicarli.
In terza battuta si può passare allo sviluppo dell’assertività, che tecnicamente, è una modalità di comunicazione che tiene conto delle necessità proprie e di quelle altrui e che prevede una gestione equilibrata della relazione, sfilandola dalla logica di potere che sta alla base di un rapporto tra un soggetto passivo e l’altro aggressivo o prevaricante/preponderante.
Manifestarsi pienamente in tutta la propria identità, portando a galla anche quei bisogni per cui si prova ingiustamente un senso di colpa, è infatti il primo passo per far svoltare la propria vita verso la piena realizzazione, sentendosi finalmente considerate, valorizzate ed in pace con sé e con gli altri.
Se ti stai chiedendo come poter diventare più assertiva e capace di far rispettare agli altri i tuoi tempi, spazi e bisogni, prosegui nella lettura.
Anzitutto chiediti:
- Che cosa mi sto precludendo di fare in questo momento?
- Qual è il bisogno che sento più urgente ed importante per me, ora?
- Che cosa mi sta impedendo di soddisfarlo?
- Lo sto comunicando abbastanza chiaramente a chi ho attorno, o posso essere più incisiva?
- Che cosa mi impedisce di farlo o me lo rende difficile?
(…forse il giudizio che hai di te stessa, o quello che presumi sia il pensiero degli altri, o ancora il fatto che quella cosa che desideri per te non sia socialmente condivisa o possa creare “scomodità” a chi ti sta attorno che è ormai abituato ad averti a disposizione,…)
Questa esplorazione ti aiuta a portare a galla i tuoi bisogni inespressi, quelli che poi comincerai ad esprimere assertivamente e a difendere nel confronto con gli altri.
Nel video che segue, attraverso qualche esempio pratico di alcune delle clienti che hanno frequentato il mio percorso, ti racconto come esercitarti per ritrovare quel senso di congruenza con te stessa e come riuscire ad esprimerlo agli altri nelle varie occasioni che ti si presentano.
3MesiXSvoltare
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Come riuscire a farti ascoltare partendo dai tuoi bisogni
Come ti ho spiegato nel video, il fatto di credere che gli altri non ti ascoltino oppure che tu non sia in grado di farti ascoltare è un tasto dolente per molte donne che ho incontrato in 3MesixSvoltare.
L’abitudine a negarsi i bisogni più basilari come un po’ di riposo o il prendersi cura della propria salute e del proprio aspetto si trasforma pian piano in un’abitudine a reprimersi a tutti i livelli, da quello personale a quello professionale.
Questo ha un impatto diretto sul proprio senso di realizzazione, che molte donne con cui lavoro sentono di aver smarrito o mai individuato.
Ecco quindi che ritrovare il senso della propria vita, il proprio grande perchè, passa anche dalle piccole azioni quotidiane: si tratta di un allenamento all’ascolto di sé e al dare spazio ai propri bisogni, al comunicarli con assertività affinché diventino la base solida su cui costruire un progetto di vita e di lavoro soddisfacente.
E tu, stai realmente esprimendo chi sei e ciò che desideri?
Stai dando spazio alle tue passioni, alla tua personalità, oppure stai sempre “indietro” per compiacere gli altri?
Stai comunicando un’immagine di professionista preparata e determinata, oppure ti vergogni di te stessa ed arrossisci al confronto con le tue colleghe/concorrenti mettendoti in scacco da sola?!
Una tua eventuale difficoltà ad esporti, a prendere la scena, metterti al centro delle attenzioni è solo la punta dell’iceberg di qualcosa di più profondo e radicato.
Dietro a cosa e a chi ti stai nascondendo?!
- a un’immagine sui social che non ti rappresenta
- ad una relazione di facciata
- alle tue paure?
Dietro a questa difficoltà di manifestarti agli altri si nasconde una mancanza di fiducia in te stessa.
Come è possibile superare questa difficoltà?
Con le mie clienti del percorso 3MesixSvoltare, parto sempre dal lavorare sulla propria immagine di sé a 360 gradi dal lato esteriore e da quello interiore: sia come professioniste che nei diversi ruoli sociali, relazionali, personali che ricoprono.
I due aspetti sui quali poi mi focalizzo con le mie clienti e sui quali invito anche te a riflettere sono:
- costruire la tua solidità personale a partire dalla definizione dei tuoi bisogni e facendo emergere l’ immagine di te più congrua, in linea con quello che senti veramente di essere;
- mettere in equilibrio questa nuova immagine di te con tutto ciò che ti sta intorno, sia nel contesto famigliare che in quello professionale, imparando ad esprimere i tuoi bisogni assertivamente, affinché vengano accolti ed assecondati.
Non esiste una ricetta standard per affrontare questa questione, ma esistono degli accorgimenti e degli strumenti pratici che possono essere sperimentati giorno dopo giorno e che, pian piano per un effetto “a valanga”, si rinforzano continuamente e ti permetteranno di arrivare a quella sicurezza in te stessa che in questo momento ti manca per affrontare le varie situazioni con assertività.
Arrivata a questo punto ti chiederai: “Sì, ok, ma nel concreto cosa posso fare?”.
Se vuoi cominciare a sperimentare da sola, il mio consiglio è quello di partire proprio da attività semplici, ponendoti una piccolissima sfida quotidiana che percepisci come un po’ difficile da raggiungere ma che, in qualche modo, senti di poter cogliere.
Se, ad esempio, la tua difficoltà è quella di farti ascoltare al lavoro, occorre che tu, prima di affrontare il “colloquio del secolo” per rivendicare i tuoi diritti, proporre un progetto o manifestare un eventuale disagio, possa cominciare a sperimentarti in un contesto nel quale ti senti più a tuo agio.
Ad esempio potresti cominciare a chiedere al tuo compagno di condividere gli impegni domestici affinché anche tu abbia la tua serata libera, oppure allenarti con le amiche che organizzano sistematicamente attività che a te non interessano perchè ogni tanto considerino anche i tuoi interessi.
Insomma: non è tanto importante il contenuto della sfida, quanto il fatto che per te sia un modo per cominciare ad adottare “in sicurezza” nuovi atteggiamenti più funzionali per diventare una donna più assertiva e finalmente capace di esprimere i propri bisogni.
Comunicare con assertività per farsi ascoltare
Dopo aver lavorato con decine di donne sono riuscita ad individuare la loro principale difficoltà rispetto alla comunicazione con gli/le altri/e.
La fatica nell’esprimere il proprio parere emerge soprattutto se questo è potenzialmente scomodo all’interlocutore; questo porta molte donne ad evitare di affrontare gli argomenti che loro ritengono importanti oppure a preferire di “girarci attorno” per paura di ferire o scontentare.
(…e che importa, poi, se così facendo scontentano se stesse!?…)
Anche le donne iscritte al mio percorso 3MesixSvoltare spesso lamentano di non riuscire a comunicare in maniera completamente trasparente con mariti, compagni, figli, genitori ma anche nel contesto lavorativo.
Ma vediamo insieme come funziona il circolo vizioso che le blocca nella comunicazione dei loro bisogni e che forse stai sperimentando anche tu:
- devi esprimere una tua necessità ma la comunichi solo marginalmente, cercando di renderla “meno fastidiosa” a chi hai di fronte;
- ti senti subito in colpa o comunque in una posizione scomoda per aver in parte mentito, oltre che frustrata per non aver manifestato le tue necessità fino in fondo, sviluppando così il classico risentimento “passivo/aggressivo”;
- ti fai quindi carico del “peso emotivo” della situazione, insieme alla rabbia (che reprimi) per aver taciuto i tuoi bisogni ancora una volta.
…E via così, il loop si ripete innumerevoli volte generando la sensazione di essere sempre incompresa e trascurata dalle persone che ti stanno accanto e che dovrebbero condividere con te fatiche ed obiettivi.
Le donne che mettono in atto questi meccanismi, pensano di dover essere le sole a “tirare il carro” perchè i “ruoli sociali” lo hanno stabilito.
Se questa è anche la tua percezione, ti faccio riflettere sul fatto che – anche ammesso che la tua migliore intenzione sia alleggerire le persone che ami o che hai accanto – continuando a non chiedere aiuto anziché favorire gli altri, alla lunga le de-responsabilizzi.
Ad esempio preservare figl* e mariti dalle fatiche quotidiane, anche quando queste sono “piccolezze” impedisce loro di rendersi autonomi e utili e di entrare in un contatto realmente profondo e vero con te.
Ecco che ciò che ritieni una tutela per la persona cara, si sta rivelando un’opportunità persa, per entramb*, di entrare in empatia e vivere la vostra relazione in una maniera più profonda.
Non dire qualcosa ad una persona a cui tieni per evitare di ferirla, per preservarla dall’impatto negativo o per alleggerirle il carico non ti darà inoltre la certezza che quel problema non emerga poi successivamente.
Inoltre, stai privando quella persona di un’occasione preziosa di crescita e di relazione che magari, in un secondo momento, dovrà affrontare da sola senza il tuo supporto.
Come trasformare quindi l’ostacolo della comunicazione assertiva in un’opportunità?!?
Prendendo di petto le situazioni così come sono, anche quelle dolorose, vivendole come un’occasione per metterti a confronto con te stess*, con la tua vita, ed uscirne rafforzata.
Negando a te stessa l’opportunità di condividere un bisogno che può essere “scomodo” per chi hai accanto, in realtà ti stai semplicemente impedendo di evolvervi nella vostra relazione.
Naturalmente c’è modo e modo di dire le cose e, in questi casi, uno stile troppo aggressivo non ti consentirebbe di comunicare in maniera efficace.
Imparando ad osservarti come se fossi al cinema, nei tuoi comportamenti abituali, hai modo di identificare quale sia il tuo stile di comunicazione prevalente:
- passivo: fai fatica ad esprimere le tue opinioni o sentimenti perché ritieni gli altri migliori e ne temi il giudizio. Fai fatica a rifiutare le richieste, a proporre iniziative e a prendere decisioni. Tendi ad evitare ogni possibile conflitto non esponendoti, rimandando le decisioni e ottenendo la benevolenza dell’interlocutore;
- aggressivo: l’unico tuo obiettivo è soddisfare i tuoi bisogni prevaricando gli altri; addossi agli altri la responsabilità dei tuoi errori, sei irremovibile e rigido rispetto alle tue posizioni, vuoi averla vinta a tutti i costi;
- assertivo: sei in grado di adattarti alle situazioni, scegliendo lo stile relazionale e la modalità di comunicazione più adeguati in base al contesto relazionale e all’obiettivo che si vuole raggiungere.
Come avrai già capito l’assertività è la strategia migliore per una comunicazione efficace: il comportamento assertivo può essere definito come un’onesta espressione dei propri bisogni, emozioni e opinioni adeguatamente alla situazione specifica in cui ci si trova senza che questo provochi senso di colpa o rabbia.
Non esiste quindi una risposta assertiva definibile in modo assoluto: uno stesso comportamento (ad es: il silenzio) può essere considerato, a seconda della situazione, un comportamento passivo, aggressivo, oppure una risposta assertiva: dipende dallo scopo che il soggetto persegue, dal vissuto emotivo che prova, dalle regole culturali della relazione.
Possiamo però provare a definire alcune modalità in cui si manifesta lo stile assertivo:
- ascoltare attivamente, chiedere e dare feedback;
- approfondire la conoscenza dei bisogni altrui, ma anche dei propri;
- assumersi le proprie responsabilità, prendere decisioni;
- esprimersi liberamente (opinioni, emozioni, fare apprezzamenti, critiche, ecc.);
- saper rifiutare;
- essere propositiv*;
- ammettere i propri sbagli, accettare le critiche.
Come puoi quindi rendere più assertiva la tua comunicazione?
In quest’ultimo video ti svelerò alcune tecniche che ti permetteranno di migliorare le tue relazioni partendo dalla comunicazione per riuscire finalmente a farti ascoltare, sentirti più considerata e vivere in maniera più serena le situazioni!

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