Affrontare il cambiamento professionale come un’opportunità di svolta

Quello che troverai in questo articolo è il cambio di prospettiva che ti occorre per affrontare il cambiamento professionale, soprattutto se ti senti sbagliata o ingrata nel vivere il lavoro che hai perché stai cominciando a immaginare possibili nuove soluzioni, che ti facciano sentire realmente realizzata.

Quando hai il lavoro più bello del mondo con le colleghe migliori di sempre, a pochi km da casa, però ti senti strana, come una meteora di passaggio in un posto che potrebbe restare uguale a sé stesso per tutta la tua vita…
Oppure quando lasciare un nuovo incarico professionale perché senti – senza ombra di dubbio – che non è assolutamente nelle tue corde e che, insieme al tempo, ti sta prosciugando anche l’anima….Eppure dall’esterno pare così perfetto!
O ancora quando sei impegnata in un lavoro trovato in tempi record, con un aumento del compenso, un contratto a tempo indeterminato, “sicuro” e ben retribuito, mentre “là fuori” imperversa una pandemia e c’è chi fatica ad arrivare a fine mese…

È esattamente in questi ed altri casi simili che scatta il senso di colpa nel voler cambiare una situazione lavorativa “oggettivamente” invidiabile. Prosegui nella lettura se ti sei riconosciuta e senti di avere bisogno di cambiamento professionale come l’aria che respiri, ma non trovi il coraggio di compiere una scelta così decisiva.



Chi è realmente in grado di valutare quanto sia opportuno il cambiamento professionale che desideri?

La risposta è SOLO TU. Seguimi.

Lavoro sicuro, “hai tutto ciò che desideri”, “non ti manca nulla, hai tutto quello che ti serve!”…

Chi te lo dice, sa di che parla?  Che cosa c’è di oggettivo nelle sue considerazioni? Certamente non ha mai considerato che tu potresti vivere la situazione in modo molto diverso.

Per chi, esattamente, è invidiabile la tua situazione?

Forse per i tuoi  genitori, ancora eredi di un mindset che affonda le radici nel passato, o per coloro che certamente ti amano ma che con l’intenzione di proteggerti ottengono l’effetto di tarparti le ali?!

Oppure per le tue amiche, meno ambiziose, che si sono ritagliate la loro routine con un lavoro poco entusiasmante, ma che permette una facile gestione della famiglia e del tempo!? 

Ti senti “sbagliata” quando ottieni questi consigli, vero?!

Be’, sappi che è proprio da questo sentirti incompresa, diversa, disallineata che passa tutto il tuo potere di trasformazione e di rendere concreto quel cambiamento che loro tanto temono e dal quale vorrebbero preservarti, mentre tu ne senti un bisogno che si fa sempre più forte. È da ciò che stai vivendo che puoi trarre la forza per affrontare il cambiamento professionale che senti più adatto a te.  

In questo sentirti “fuori posto” passa la differenza tra l’accontentarti, ingannando te stessa e gli altri facendo “buon viso a cattivo gioco” e l’essere apertamente soddisfatta della tua vita.

Trovarti ora su questa staccionata ti lascia in mano una grande responsabilità: quella di scegliere se giocartela davvero e cominciare a costruire qualcosa di diverso, o passare il turno, e lasciare che ancora una volta siano gli eventi a farlo per te. 

…Che cosa fai: giochi o passi?

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Una storia di cambiamenti professionali riusciti: quando mollare tutto può renderti felice

Ti racconto la mia storia e la folle decisione di mollare un lavoro a tempo indeterminato per essere felice.

Venticinque anni fa ero una delle poche allieve di terza media super convinta della scuola superiore a cui iscriversi: senza dubbio Liceo Artistico e devo dire che mai scelta fu più felice! Percorso con ottimi voti, poi scelta dell’università: beni culturali” e poi laurea specialistica in storia e critica dell’arte.

In quel periodo ho iniziato a lavorare come commessa e questo mi ha dato una gran mano per “uscire dal mio guscio” di timidezza ed aprirmi agli altri.

Poco tempo dopo, in seguito ad un incontro casuale, mando un CV ad un ente di formazione e comincio la mia esperienza come formatrice e coach con le studentesse delle scuole professionali. La cosa mi piace, in classe “funziono”, mi propongono altri incarichi finché non decido di lasciare il lavoro in negozio per dedicarmi soltanto alla formazione.

Nel frattempo tento il concorso per il dottorato di ricerca, ma arrivo sesta su cinque posti. Quel primo apparente insuccesso è stata la mia vera fortuna: comincio ad ascoltarmi e a capire che fare la ricercatrice non sarebbe stata la professione in grado di valorizzare i miei talenti.

Sono curiosa, in alcune classi in cui lavoro spuntano le prime lavagne multimediali ed io voglio trovare dei modi per coinvolgere i miei studenti in attività diverse dalla solita lezione…

Intanto continuo a formarmi: è il 2012, frequento un master sulle soft skills ed inizio il mio percorso di PNL e sviluppo personale. Nel 2013 completo un altro master in europrogettazione, passando dall’insegnamento alla gestione di progetti culturali e didattici.

L’ente con cui collaboro mi offre l’opportunità di un impiego a tempo indeterminato per la gestione di alcuni importanti progetti di innovazione didattica: accetto e in parallelo comincio il mio percorso di certificazione come trainer Apple ed un master universitario come esperta di didattica assistita dalle nuove tecnologie. Le sfide professionali sono tante, ma io imparo cogliendo ogni opportunità che mi dia modo di mettermi alla prova e di spingermi oltre la mia zona di comfort.

…Su come si siano svolti gli ultimi sei anni della mia vita e come io sia diventata una coach specializzata sulle donne puoi trovare informazioni in questa pagina del mio sito, scorrendo la timeline! 

Un lavoro diverso dal proprio percorso di studi: quando evitare di cambiare per coerenza diventa un limite per la tua vita e come cambiare rotta

La mia esperienza è l’esempio concreto di come l’essermi liberata dall’idea della coerenza nel percorso (di studi e di formazione) sia stata la leva fondamentale per realizzare quella che sono oggi.

Nel seguire alcune clienti intravedo infatti un blocco ricorrente che paralizza di fronte ai cambi di prospettiva, pur sapendo che questi cambiamenti sono assolutamente necessari per superare l’insoddisfazione ed approdare con chiarezza ed energia a nuove prospettive professionali.

Questo blocco è la necessità di essere sempre COERENTI a tutti i costi.

Ma cosa significa, realmente, essere coerenti? Significa forse non cambiare idea, o piuttosto cambiare strada quando quella su cui stiamo camminando non ci rispecchia più?!

Non intendo dire che tu debba fare le cose a caso o ragionare “solo con la pancia” a seconda delle situazioni, ma irrigidirti nel mantenere una situazione in cui ti senti insoddisfatta o nel proseguire un percorso soltanto perché “ormai sono su quella rotta” può essere – oltre che inutile – anche pericoloso, in quanto ti preclude qualcosa di fondamentale: la possibilità di essere felice e veramente realizzata.

So bene che può essere complicato dover giustificare anzitutto ai tuoi genitori (che magari ti hanno supportato economicamente e moralmente negli studi e anche oltre) scelte apparentemente “incongruenti” con il lavoro per cui “si è tanto studiato ed investito”…

Ad un’età diversa lo scoglio della giustificazione deve superare anche il rapporto con il tuo compagno, che magari vede azzardato un cambio di attività così drastico come quello che senti di desiderare nel profondo.

Ma continuando a temere – e quindi evitare – questi confronti non fai altro che aumentare la sensazione di frustrazione che ti impedisce di sentirti soddisfatta di te stessa e capace di dare gioia a chi ti sta vicino.

In queste situazioni infatti, lo ribadisco, quello che ti blocca è l’obbligo di essere coerente agli occhi degli altri, e così dimentichi che il vero preconcetto è rimanere identica a te stessa, senza tener conto che il cambiamento è parte della vita e che quindi è necessario accettare di poter cambiare idea su quello che desideri fare di te stessa.

Prima raccontavo delle mie scelte di vita dai 15 ai 30 anni, di quelle virate apparentemente “scombinate” che invece adesso si stanno rivelando come i puntini da collegare di un disegno che ha sempre più senso per me e che mi rende facilmente distinguibile da altre professioniste del mio settore. 

Un esempio di percorso professionale poco convenzionale è quello di Gloria, che dopo aver perso il lavoro si è trovata a dover affrontare un cambiamento importante suo malgrado, ri-orientandosi in un settore totalmente differente rispetto al percorso di studi e dalle sue esperienze nel quale è stata in grado di ottenere risultati e soddisfazione.

Come quel cambiamento professionale che ora ti spaventa può portare soddisfazione in ogni area della tua vita

Ti ho raccontato l’evoluzione della mia carriera da quella che inizialmente immaginavo (nel campo della ricerca storico-artistica) verso la professione che sento adatta a me e che oggi svolgo: quella di esperta di sviluppo delle persone, dentro e fuori le organizzazioni .

In tutta sincerità non mi sento “una persona che svolge una professione” perché l’allineamento che ora vivo tra ciò che sono e ciò che faccio è totale: ho trovato modo di esprimere i miei valori, le mie competenze e le mie ambizioni grazie ad un lavoro che mi ha permesso di superare la timidezza e sbloccare i miei presunti limiti, facendomi sentire entusiasta ogni giorno.

Inoltre sento quello che faccio come una vera missione e ad ogni incontro di formazione, ad ogni sessione con le mie clienti, sento la responsabilità e l’onore di aiutare le persone a fare un salto di qualità nella propria vita.

Immagina come cambierebbe la qualità della tua vita se il tuo tempo e le tue energie fossero focalizzate su qualcosa che ti permetta di esprimere il massimo delle tue capacità. A quanto potresti sentirti davvero utile e in sintonia con uno scopo più grande che non sia solo una routine!

Immagina quali risultati concreti otterresti nella tua vita facendo un lavoro che ami e che ti rappresenta in toto.

Pensa alla serenità con cui torneresti a casa la sera dalle persone che ami e con quale entusiasmo potresti trascorrere il tuo tempo libero!

Ecco perchè ti consiglio di ribaltare, cominciando da piccoli gesti quotidiani, il paradigma disfunzionale della continuità a tutti i costi e cominciare a muovere i primi passi verso un percorso professionale che possa realmente renderti felice.

Se non sai come riuscirci da sola, possiamo farlo insieme.

Tra te e il tuo empowerment c’è solo una call di distanza!

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